8/31/2011

All'Italia non riesce il miracolo, 80 a 68 per la Serbia

L'Italia ha iniziato l'Europeo con una sconfitta, forse annunciata, contro la Serbia.
Ricordo che l'Italia si trova in un girone di ferro con Francia, Germania, Israele, Lettonia, Israele e appunto, la Serbia.
I nostri hanno iniziato la gara nel migliore dei modi con un'ottima difesa e buone idee in attacco riuscendo a chiudere in vantaggio la prima frazione, anche il secondo quarto ha seguito gli stessi binari pur iniziando a subire la maggior qualità dei serbi. I problemi sono iniziati dopo la pausa lunga quando un black out degli azzurri permette alla Serbia di andare avanti fino ai 18 punti.

Quello che ha tuttavia sempre caratterizzato l'Italia del basket è il cuore che i giocatori mettono sul parque e non si sono smentiti nemmeno questo pomeriggio: i nostri hanno infatti iniziato a penetraresistematicamente l'area piccola avversaria la cui difesa non ha trovato risposte se non i falli. Il bonus e la determinazione degli azzurri ci hanno permesso di ritornare a -4.

Se questa condotta fosse stata seguita per tutta la partita probabilmente l'Italia sarebbe anche riuscita a fare il miracolo e portare a casa i due punti. Lascia infatti perplessi la nostra insistenza nel cercare il tiro da tre punti: le statistiche dicono 2/17, una percentuale veramente bassa ma anche piuttosto scontata; non abbiamo infatti tiratori degni di questo nome. Irritante nel ritenersi tale Belinelli, il quale è il primo tra gli azzurri a interstardirsi sul tiro dalla lunga distanza. Il giocatore NBA ha dimostrato di poter essere utile alla causa nel momento del grande recupero del terzo quarto continuando ad entrare sistematicamente a canestro e prendendo falli (e tiri liberi) preziosissimi.

Il migliore in campo per i nostri è Danilo Gallinari, punti e giocate pesanti. Miglior marcatore si conferma Andrea Bargnani con 22 punti, ma da lui ci si aspetta più presenza nei momenti decisivi della partita. Buona la prova di Hackett e Mancinelli, seppur quest'ultimo con qualche errore di troppo.

L'impressione è che dietro Gallinari, Bargnani, Belinelli, Mancinelli e Hackett ci sia davvero poco in termini di qualità sulla panchina italiana, la soluzione per vincere va ricercata nella nostra storia, cioè come dicevo con cuore e determinazione.
Finisce 80 a 68 per i nostri avversari, un risultato e una prestazione che comunque fanno ben sperare per il proseguo del nostro europeo contro avversari certamente inferiori alla Serbia, anche se considerati sulla carta a noi superiori, come Germania, Israele e Lettonia.


8/30/2011

Storie di vampiri tra Twilight e True Blood

Ormai è chiaro a tutti: i vampiri vanno di moda. E sarebbe anche una cosa positiva per gli appasionati del fantasy se le serie tv e i film che ne sono scaturiti non abbiano come argomento centrale la storia d'amore tra una ragazza umana e un vampiro tenebroso (perchè mai non il contrario poi!!!)
Si perchè questa cosa è francamente irritante, se poi il vampiro al sole luccica al posto di abbrustolirsi beh, allora siamo di fronte a qualcosa di veramente scadente!!!

L'unica serie tv che a mio parere si salva, nonostante il solito clichè della ragazza che finisce nelle braccia di un vampiro è True Blood. Infatti questa serie è esattamente come dovrebbe essere qualsiasi cosa basata sul mondo della notte: tanto sesso, tanta violenza e soprattutto tanto sangue.
Che diamine, si parla di vampiri, non di gattini e cucciolotti simili!

Quando l'ho scoperta venivo da esperienze traumatizzanti come Twilight, una soap opera le cui qualità recitative della protagonista sono pari a quelle del mio comodino, dunque è facile capire come con True Blood mi sia subito sentito a mio agio: Anna Paquin, la protagonista, è addirittura capace di cambiare espressione durante gli episodi, e già questo fa di lei un'attrice di un gradino superiore a Kristen Stewart, per non parlare poi del carisma dei personaggi, a parer mio il più grande punto di forza di True Blood e la più grande pecca (per usare un eufemismo) di Twilight.
Provare per credere!





8/29/2011

E' necessario prendere una posizione e mantenerla!!


Questo è dedicato alle donne di tutto il mondo che hanno usato un bagno pubblico e a voi uomini, perché capiate come mai ci stiamo tanto.
In bagno, come nella vita, é necessario prendere una posizione e mantenerla! u.u



Il grande segreto di tutte le donne rispetto ai bagni è che da bambina tua mamma ti portava in bagno, puliva la tavolozza, ne ricopriva il perimetro con la carta igienica e poi ti spiegava: 
“MAI, MAI appoggiarsi sul gabinetto” e poi ti mostrava “la posizione” che consiste nel bilanciarsi sulla tazza facendo come per sedersi ma senza che il corpo venga a contatto con la tavolozza.
“La posizione” è una delle prime lezioni di vita di una bambina, importantissima e necessaria, deve accompagnarci per il resto della vita. 




Ma ancora oggi, da adulte, “la posizione” è terribilmente difficile da mantenere quando hai la vescica che sta per esplodere.
Quando “devi andare” in un bagno pubblico, ti ritrovi con una coda di donne che ti fa pensare che dentro ci sia Brad Pitt. 
Allora ti metti buona ad aspettare, sorridendo amabilmente alle altre che aspettano anche loro con le gambe e le braccia incrociate.
È la posizione ufficiale di “me la sto facendo addosso”. 
Finalmente tocca a te, ma arriva sempre la mamma con “la bambina piccola che non può più trattenersi” e ne approfittano per passare avanti tutte e due! 
A quel punto controlli sotto le porte per vedere se ci sono gambe.
Sono tutti occupati.
Finalmente se ne apre uno e ti butti addosso alla persona che esce. 
Entri e ti accorgi che non c’è la chiave (non c’è mai); 
non importa… 
Appendi la borsa a un gancio sulla porta, e se non c’è (non c’è mai), ispezioni la zona, il pavimento è pieno di liquidi non ben definiti e non osi poggiarla lì, per cui te la appendi al collo ed è pesantissima, piena com’è di cose che ci hai messo dentro, la maggior parte delle quali non usi ma le tieni perché non si sa mai.
Tornando alla porta… 
Dato che non c’è la chiave, devi tenerla con una mano, mentre con l’altra ti abbassi i pantaloni e assumi “la posizione”…
AAhhhhhh… finalmente… 
A questo punto cominciano a tremarti le gambe… perché sei sospesa in aria, con le ginocchia piegate, i pantaloni abbassati che ti bloccano la circolazione, il braccio teso che fa forza contro la porta e una borsa di 5 chili appesa al collo.
Vorresti sederti, ma non hai avuto il tempo di pulire la tazza né di coprirla con la carta, dentro di te pensi che non succederebbe nulla ma la voce di tua madre ti risuona in testa “non sederti mai su un gabinetto pubblico!”, così rimani nella “posizione”, ma per un errore di calcolo un piccolo zampillo ti schizza sulle calze!!! 
Sei fortunata se non ti bagni le scarpe. 
Mantenere “la posizione” richiede grande concentrazione. 
Per allontanare dalla mente questa disgrazia, cerchi il rotolo di carta igienica maaa, cavolo…! non ce n’è….! (mai).
Allora preghi il cielo che tra quei 5 chili di cianfrusaglie che hai in borsa ci sia un misero kleenex, ma per cercarlo devi lasciare andare la porta, ci pensi su un attimo, ma non hai scelta. 
E non appena lasci la porta, qualcunola spinge e devi frenarla con un movimento brusco, altrimenti tutti ti vedranno semiseduta in aria con i pantaloni abbassati. NO!! 
Allora urli “O-CCU-PA-TOOO!!!”, continuando a spingere la porta con la mano libera, e a quel punto dai per scontato che tutte quelle che aspettano fuori abbiano sentito e adesso puoi lasciare la porta senza paura, nessuno oserà aprirla di nuovo (in questo noi donne ci rispettiamo molto) e ti rimetti a cercare il fazzolettino, vorresti usarne un paio ma sai quanto possono tornare utili in casi come questi e ti accontenti di uno, non si sa mai.
In questo preciso momento si spegne la luce automatica, ma in un cubicolo così minuscolo non sarà tanto difficile trovare l’interruttore! 
Riaccendi la luce con la mano del fazzolettino, perché l’altra sostiene i pantaloni, conti i secondi che ti restano per uscire di lì, sudando perché hai su il cappotto che non avevi dove appendere e perché in questi posti fa sempre un caldo terribile.
Senza contare il bernoccolo causato dal colpo di porta, il dolore al collo per la borsa, il sudore che ti scorre sulla fronte, lo schizzo sulle calze… il ricordo di tua mamma che sarebbe vergognatissima se ti vedesse così; 
perché il suo sedere non ha mai toccato la tavolozza di un bagno pubblico, perché davvero “non sai quante malattie potresti prenderti qui”.
Ma la debacle non è finita… sei esausta, quando ti metti in piedi non senti più le gambe, ti rivesti velocemente e soprattutto tiri lo sciacquone!
Se non funziona preferiresti non uscire più da quel bagno, che vergogna!
Finalmente vai al lavandino. 
È tutto pieno di acqua e non puoi appoggiare la borsa, te la appendi alla spalla, non capisci come funziona il rubinetto con i sensori automatici e tocchi tutto finché riesci finalmente a lavarti le mani in una posizione da gobbo di NotreDame per non far cadere la borsa nel lavandino; 
l’asciugamano è così scarso che finisci per asciugarti le mani nei pantaloni, perché non vuoi sprecare un altro kleenex per questo!
Esci passando accanto a tutte le altre donne che ancora aspettano con le gambe incrociate e in quei momenti non riesci a sorridere spontaneamente, cosciente del fatto che hai passato un’eternità là dentro. 
Sei fortunata se non esci con un pezzo di carta igienica attaccato alla scarpa o peggio ancora con la cerniera abbassata! 
Esci e vedi il tuo ragazzo che è già uscito dal bagno da un pezzo e gli è rimasto perfino il tempo di leggere Guerra e Pace mentre ti spettava. 
“Perché ci hai messo tanto?” ti chiede irritato. 
“C’era molta coda” ti limiti a rispondere.
E questo è il motivo per cui noi donne andiamo in bagno in gruppo, per solidarietà, perché una ti tiene la borsa e il cappotto, l’altra ti tiene la porta e l’altra ti passa il kleenex da sotto la porta; così è molto più semplice e veloce perché tu devi concentrarti solo nel mantenere “la posizione”. 

E la dignità.




(L.LITTIZZETTO)


Oppure, la soluzione più semplice potrebbe essere questa....





8/27/2011

I motivi dello sciopero calciatori

 La diatriba fra Lega Calcio e AIC era inizialmente dovuta a questi 8 punti:

  1. Contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B;
  2. Professionalità al 100%. Secondo la Lega il calciatore deve fare solo il calciatore, per l’Aic è libero di svolgere un’altra professione durante il tempo libero;
  3. Il comportamento dev’essere rigido ed eticamente irreprensibile per la Lega anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, mentre per l’Aic i calciatori devono essere liberi di fare quello che vogliono durante il tempo libero;
  4. Le terapie fisiche devono rimanere circoscritte allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono (come già avviene con gli specialisti come Martens che cura i più grandi campioni di qualsiasi club);
  5. Le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club in modo automatico, per l’Aic invece bisogna sempre rimettersi alla decisione del collegio arbitrale. Inoltre l’Aic vuole avere mano libera nelle sanzioni ai propri calciatori, svincolandole dall’ingaggio (attualmente non si può superare il 30% dello stipendio);
  6. Il presidente del collegio arbitrale dev’essere scelto esternamente dalla Lega; tramite sorteggio interno dall’Aic;
  7. Per la Lega un allenatore può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic i calciatori devono invece stare tutti uniti;
  8. Il punto più dibattuto è l’ultimo, quello dei trasferimenti. Per la Lega un calciatore non può rifiutare il trasferimento ad un club dello stesso livello di quello in cui si trova attualmente e che gli garantisca lo stesso stipendio, se il suo club di appartenenza si accorda per la vendita del cartellino. In caso di rifiuto, il contratto si intende rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte del calciatore che ammonta al 50% del suo stipendio. L’Aic si oppone totalmente a quest’iniziativa.
(fonte)


Tuttavia l'evoluzione delle trattative ha portato il motivo del contendere principalmente sul punto 7. Infatti i  calciatori scioperano per evitare i casi Pandev o Ledesma, cioè l'emarginazione dal gruppo come strumento per spingere giocatori non più graditi ad andare via.
In effetti non hanno tutti i torti: se le società non sono sicure di un investimento facciano contratti più brevi ma, d'altra parte, le società che investono su un giocatore non vogliono certo rischiare di perderlo dopo una stagione specialmente se il giocatore in questione è un prospetto interessante.

La ragione come spesso accade sta nel mezzo, sta di fatto che in un momento come questo uno sciopero fatto da dei milionari è vagamente fuori luogo. Quello che tuttavia mi fa davvero indignare è l'immenso potere contrattuale di questi ricconi: possono tenere in scacco l'intera serie A continuando a percepire i loro immensi stipendi con una risonanza mediatica fuori dal comune visto che l'intero paese segue il calcio più della politica. Un precario non ha nemmeno il potere contrattuale di chiedere una pausa caffè e se sciopera non ha di fatto nessuna visibilità mediatica.




8/26/2011

Voglia di te . . .




Voglia di te . . .

Quando ti vedo grande è il disio
Tal che fa sobbalzare il cuor mio.
Sei lì bello, steso e abbronzato
E mi incanti perché sembri dorato.

Con le mie manine ti accarezzo
E ogni tua ruga ben distendo,
ti massaggio e tutto di te apprezzo
mentre al tuo profumo quasi svengo.

Dolci son le sensazioni che dai:
sanno prendere e non lasciare mai;
leggere e fragranti con te diventano
le parole che dalla bocca scappano.

A piccoli passi a fondo ti scopro
Con le mie labbra ti sfioro appena,
con i denti ti mordicchio un poco
e ti invito a  merenda o a cena.

Hai tutti gli ingredienti giusti
Per soddisfare i miei gusti…
Sei dolce e mieloso quando sei cotto
E io ti bramo…mio bel biscotto!




8/25/2011

L'Hip Hop come movimento culturale

E' il momento culturale del blog, e cosa c'è di più culturale dell'hip hop??? Beh molte cose, però anche l'hip hop è cultura, ve lo assicuro! Perchè?

E' presto detto!

L'hip hop è un vero e proprio movimento culturale nato negli anni 70' a New York, non è infatti solo musica come molti pensano; certo ne fa parte ma è solo una delle quattro discipline che lo formano:

  • MCing, anche noto come rap, la faccia della medaglia più famosa dell'hip hop;
  • DJing, non è l'hip hop ad averlo inventato ma ne ha esteso enormente lo stile e le tecniche;
  • Writing, i murales sono figli di chi viveva le strade come modo per esprimersi, anche questo è Hip Hop;
  • B-Boying meglio noto come Breakdance.
Quindi si, mentre andate in discoteca a divertirvi con la musica house, buona parte delle capacità del DJ sono l'eredità di quanto sviluppato negli anni dall'Hip Hop (e non solo, ovvio!);

Se al cinema adorate film come Step Up beh, adorate anche l'Hip Hop;

Se vi soffermate ad ammirare un murales, beh, ammirerete l'Hip Hop!

Tuttavia, in molti, me compreso, trovano nell'Hip Hop una quinta disciplina, cioè il Beatboxing. Essa consiste nel creare suoni con la bocca fino ad arrivare a simulare veri e propri beat (che significa "basi musicali").

Vi lascio con un piccolo esempio per chi non ne avesse mai sentito parlare!


8/24/2011

Quegl'occhi . . .


Chi sostiene che gli occhi siano lo specchio dell'animo alzi la mano!
Io sono la prima a sventolarla cercando di mostrare la mia idea con un sorrisone stampato in faccia:
Gli occhi non mentono, si abbassano infatti quando ci si sente in imbarazzo o non si dice la verità perchè non sanno dire bugie: non hanno parole ma usano espressioni che il verbo non saprebbe esprimere in modo cosi sublime!
Di una ragazza belle e solare che cosa rivela la sua insita tristezza? Gli occhi!
Che cosa non trattengono il dolore e la gioia? Gli occhi.
Un neonato, oltre che con i suoi urletti con che cosa ci parla? Con gli occhi....
Insomma... Credo che siano una parte fondamentale del corpo umano! Un capolavoro che Dio ha voluto dare a tutti gli uomini uguali ( se pur con piccole differenze di colore). Un miracolo, gocce di sincerità, perle dell'anima.
Mi sono innamorata di uno sguardo, di un paio di occhi che mi guardavano in modo differente da tutti gli altri... e cosi... questa prosa è per loro...

Tra situazioni da film e spunti della realtà, Siore e Siore, la mia prosa eccola qua!! ^_^


Quegl'occhi

Mi hanno nuovamente incantata. 
Nel caos di quel locale me li sentivo addosso.  La musica non era delle migliori, ma la compagnia era buona.  I soliti amici, quelli veri, che puoi chiamarli anche alle tre di notte e sai che non ti pianteranno giù il telefono insultandoti e mandandoti in qualche strano paese che di esotico ha ben poco..  Si rideva, si scherzava, si beveva. Tutto nella norma insomma. C’è chi straparla, chi fa le solite figure da pagliaccio poco riuscite e chi si diverte con poco, facendo strane forme con i tovagliolini di carta o giocando con i tappi della birra.  Dal nulla saltano fuori personaggi strani che alzano la mano destra e salutano, riportando alla mente ricordi ormai sepolti e sotterrati o magari suscitando domande strane quanto lecite del tipo : “ma chi era??”.  Anche tu sorridevi. Come sempre d’altronde … Come non divertirsi con te? Sei l’anima della serata, colui che anche senza battute fa ridere mezzo locale: essere mattatore è una predisposizione naturale. Non lo si diventa. Lo si è!  Sempre mi guardi. In ogni momento ti ho accanto anche a distanza di km. Mi piace vederti sorridere. E solo tu sai farmi ridere con un gusto cosi particolare: Tra lacrime agli occhi ilari e la dolcezza di un solletico giocoso.  Quegl’occhi …  Li ho sorpresi … Mi guardavano.  Ma non sorridevi. Il volto era dolce e serio allo stesso tempo.  Come quando un uomo, sprofondato nella sua sedia di velluto rosso davanti al caminetto scoppiettante, legge un libro piacevole e ha quelle espressioni tra l’ombroso e il luminoso che suggeriscono calore e serenità.  Quegl’occhi …  Mi guardavano in un modo strano. Poche volte l’han fatto. Di solito sorridi.  Sembrava tu volessi aprirmi l’anima, leggermi dentro e allo stesso tempo scrivere un messaggio sulle mie pagine.  Ma non sono riuscita a decifrare la tua calligrafia misteriosa. Sei stato criptico.  Quegl’occhi …  Mi scavavano dentro come un cucchiaino nella nutella.  Sei affondato, sprofondato in me e hai raccolto il meglio dello scompiglio che stavi provocando.  Nell’incontro degli sguardi m’hai rubato il respiro e infiammato le gote. Ma non te l’ho mostrato.  La musica si è fermata. Nessuna melodia ha caratterizzato quell’istante. Eravamo soli. Cancellati tutti gli altri. Avvolti in un attimo di sospiro leggero ed empatico. Un calore. Uno Sguardo. Il temporale dentro me scatenato e il mare ormai in tempesta. La nave del cuore in balia delle onde..  Non è durato tanto tutto questo. Ma nemmeno poco. Quegl’occhi …   hanno avuto il tempo di strapparmi il respiro, strapazzarlo, scuoterlo e gettarlo poi di nuovo nei polmoni … lasciandomi in apnea per quegl’istanti.  … sono riusciti a entrarmi dentro e a guardarmi nell’anima come nessuno era mai riuscito a fare.  … hanno sussurrato parole che non ho compreso, ma il cuore ha sentito le vibrazioni di quella conversazione e le ha registrate..continuando ora a riascoltale per svelare il mistero.  Poi tutto ha ripreso il suo corso. Niente s’era fermato in realtà. Solo il mio cuore.  Ho distolto lo sguardo: finito sulle scarpette rosse da alice nel paese delle meraviglie di quella sera. Mi giro e, senza mostrare segni della tormenta che si sta ancora agitando contro le pareti del mio petto, riprendo a bere rhum e pera a goccia. Vinto!  Quegl’occhi …  sono fotografati dentro di me. E ogni volta che chiudo i miei, li rivedo … e la tormenta si risveglia …”


8/23/2011

L’Italia POTREBBE diventare Grande: invece della fuga dei cervelli, sosteniamo quella dei minchioni!

Iniziamo con il dire che io provo una grande e immensa stima per una delle comiche più brave in Italia: Luciana Littizzetto.





Le hanno chiesto di entrare in politica e sapete che ha risposto? “i politici non dovrebbero far ridere!”. Stima. 
Sapete cosa apprezzo di lei?Molte cose in verità: la sua pungente ironia è qualcosa che non si può non amare, il suo essere aggiornata su tutto è un atteggiamento da imitare , la sua curiosità e la sua dialettica sono a dir poco spettacolari .. ma sapete la sua qualità migliore qual è a mio parere? Quella di avere un punto di vista chiaro e informato. Lei vuole dire la sua! Non si lascia vivere, ma vive la realtà in ogni suo aspetto! E dalla quotidianità riesce a tirar fuori cose straordinarie!  Sapete che serve per vivere intensamente? Lo stupore per le cose.. e lei ne ha a bizzeffe! E poi.. diciamocelo, sa incantarti su qualsiasi argomento! La politica non mi è mai piaciuta. No. Ma ho iniziato a seguire la Lucianina a “Che tempo fa” e ascoltando lei, uno ci si scompiscia dalle risate (anche se un po’ amaramente, perché ciò che dice fa riflettere e parla di cose drammaticamente vere, in chiave ironica) e due spinge davvero qualche bottone dentro di me ad andare ad informarmi, ad approfondire certe tematiche … e tutto questo dicendo “buffonate”!! Avete mai letto i suoi libri? Io rido dalla prima all’ultima pagina, ma se ci fate caso, parlando di walter e iolanda… non fa altro che raccontare della nostra società in una maniera cosi limpida e critica da spiazzare chiunque! Si vede che era un insegnante! Avrei voluto averla come docente :) Vi riporto qui un brano tratto da “I dolori del giovane Walter” che mi è piaciuto tantissimo! Concordo con lei in ogni virgola…





“Altro che futuro e modernità. Qui siam sempre al pian dei babi. Come per la storia della ricerca. E la ricerca di qua e la ricerca di là… Sempre lì che ti fan vedere uno che tira fuori un’ampollina dal ghiaccio secco e la sbircia. La rimira. Punto. Arriva uno, tira fuori  dal contenitore un’ampolla che fuma di freddo come i filetti di platessa quando li tiri fuori dal freezer e la guarda. Va bene. Amore? Guarda pure nella provetta, guardare è sempre una bella cosa, ma dopo andiamo avanti però. “grazie ai soldi per la ricerca fra vent’anni sarà sconfitto questo e fra vent’anni sarà sconfitto quell’altro.” E minchia! Vent’anni sono vent’anni! Amici delle ricerche? Sapete nel frattempo quante altre malattie ci vengono? Vogliamo darci una mossa, cortesemente? No, perché intanto noi paghiamo. E i cervelli importanti ci fuggono all’estero.
Avete letto del primo trapianto di trachea fatto da un medico italiano? Dottor Paolo Maccharini si chiama. Un vero geniaccio. Sui cinquant’anni, un bell’uomo, una via di mezzo fra Clooney e Iacchetti. No, lo dico perché io me lo immaginavo con le orecchie a punta come il signor Spock e tutto corrugato sulla fronte, visto che ha fatto un’operazione che è pura fantascienza. Ha preso la trachea da un donatore, l’ha caramellata con le cellule staminali della paziente dentro un bioreattore e poi gliel’ha messa su. Tutto questo dove? Essendo un medico italiano in un ospedale italiano, forse? Ma certo che no, in Spagna. E perché? Perché quando è stato il momento di fare il concorso in Italia al Macchia gli hanno detto subito che tanto non l’avrebbe mai passato perché c’aveva davanti un raccomandato. Siamo alle solite. Scappa un cervello, trapianta una trachea e noi la pigliamo in quel posto. Tre organi coinvolti. Noi siam fatti così. Appena abbiamo uno con un QI superiore alla media lo lasciamo emigrare come le anatre mandarine. 
In Italia abbiamo un potenziale di talenti, di prodigi, di menti eccelse. Gente capace di ricostruire il piloro di linoleum, chirurghi che da un cucchiaio di midollo invece del risotto alla milanese fanno ricrescere un polmone, biologi che da una goccia di sudore di macaco sanno tirare fuori il vaccino per il morbo del cuccumerlo, e i raccomandati in Italia gli fregano il posto. Noi ci teniamo le teste di legno che non emigrano mai,.
Facciamo una roba, costituiamo un fondo. Ma non per la ricerca, un fondo che serva a finanziare i raccomandati. Noi li paghiamo. Li paghiamo perché se ne vadano via. Quanto vuoi per andare fuori dalle balle? Trecentomila euro? Toh, pedala. Guardate che alla fine ci guadagniamo, sapete? Per dire. Gli facciamo anche l’esame con il prof che gli chiede: “Mi parli di lei”. “Io, guardi, sono figlio di primario o di politico, non so fare una mazza, voglio solo un posto dove grattarmi le ginocchia per tutta la vita”. Bravo 110 e lode. Vince un concorso in Micronesia  per trent’anni tutto pagato. Così finalmente l’Italia diventerà famosa invece che per la fuga dei cervelli per la fuga dei minchioni.”



Che cosa ne pensate voi?







http://librisulibri.it/2010/12/01/i-dolori-del-giovane-walter-di-luciana-littizzetto



8/22/2011

Ted Bee - Il mio nemico

Una delle mie passioni più grandi è l'hip hop, per citare Ensi (from OneMic) "ho scelto il rap perchè è un linguaggio universale, perchè parla alla gente in modo semplice e brutale". I messaggi sono spesso forti e diretti, solo a volte una canzone rap è poesia, spesso è prosa in rima cruda e semplice.

Quest'oggi vi propongo l'ascolto di una canzone di Ted Bee intitolata "il mio nemico", fa capire che non bisogna nascondersi dietro un pregiudizio e che ogni storia, anche la più cruda, ha più di una versione a seconda del punto di vista da cui la si guarda. A parer mio andrebbe fatta ascoltare nelle scuole. Buon ascolto!





8/19/2011

I fantasmi fanno polvere


Ho letto una cosa che mi ha lasciata perplessa.
Grazie a Stefano posso vantarmi di essere un’assidua lettrice della rivista FOCUS e proprio un suo articolo ha fatto sorgere in me domande che definirei catartiche.
Nel numero 225, un articolo trattava della polvere e delle sue varie forme. Le foto proposte facevano alquanto ribrezzo ad una come me che quando esce dalla doccia deve stare ben attenta a prendere i suoi stessi capelli bagnati per terra, tutti ammassati vicino allo scarico, e gettarli nel wc molto velocemente ad occhi non chiusi, serrati!!!! Anche solo il pensiero di toccarli per buttarli via ora, mi vien da tirar su l’anima, pensate quando lo devo fare!!!  Ma questi sono dettagli inutili, insomma, le foto erano davvero da Bleah!!!
Leggiucchiando il testo (si sono u po’ masochista a continuare a guardare, ma la curiosità è una cosa più forte di me!!) ho scoperto che
la polvere che si produce nelle nostre case è composta in larga parte dalle cellule morte della pelle umana (oltre a sabbia, peli, acari morti e altro). La pelle secca è di colore grigio e, di conseguenza, lo è anche la polvere.(Non ho trovato su internet l’articolo intero che hanno messo sul giornale ma una specie di estratto, ve lo metto qui cosi potete curiosare http://www.focus.it/scienza/perche-la-polvere-si-riforma-subito-dopo-essere-stata-rimossa_C39.aspx)


Se penso che mia madre pulisce la casa OGNI SACROSANTO GIORNO e OGNI SACROSANTO GIORNO  tira su palate di polvere ( si è un po’ fissata con la pulizia) beh mi sono chiesta… Ma quanta cavolo di pelle perdiamo in 3 al giorno???? Ma dico io! Ok che la polvere di casa non è costituita SOLO dalle nostre cellule morte, ma l’articolo dice espressamente “in larga parte” quindi posso presuppore che un bel 70% derivi da quello!
Ma oh! Ma dobbiamo fare qualcosa! Voglio lanciare un appello:

Gente, idratate la vostra pelle!! Teneteci!! Coccolatela e curatela con oli essenziali, creme, massaggini e massaggetti!! Se non per un fatto di bell’aspetto, almeno fatelo per pulire meno!

Dopo questa profondissima riflessione che ha fatto si che io cominciassi ad incremarmi ogni mattina, me ne è sorta spontanea anche un’altra.
Dentro quelle case che nessuno apre mai, con le finestre tappate, i vetri chiusi e le porte sigillate da giri di chiave e cardini dismessi… Come cavolo fa ad esserci una camionata di polvere se nessuno ci abita???? Ok direte voi, ci sono acari morti e insettini vari… ma non erano solo una minima parte di ciò che forma la polvere casalinga??
Facciamo un ragionamento: se la casa è sigillata, tutta chiusa, di vento che porti dentro schifezze non ce n’è… al massimo qualche spiffero ma niente più! Persone nada ( se è chiusa e abbandonata!) gli acari vivono dove c’è pelle morta da mangiucchiare..quindi.. nada persone nada acari, se non i pochi che si gustano le carcasse degli insettini…. Quindi??
Come si forma quel non poco leggero strato di polvere nelle case abbandonate o poco usate???
L’unica spiegazione ragionevole è che anche i fantasmi producano cellule di pelle morta.u.u

 



8/18/2011

Age of Empires Online - Recensione

Salve a tutti, mi chiamo Stefano, sono co-autore di questo blog. Sono essenzialmente un milanologo, baskettologo, palestrologo, politologo e un'altra decina di cose che finiscono in "ogo". Ho anche un passato da nerd spinto, e per onorarlo, nel mio primo post, farò una piccola recensione di Age of Empires Online uscito proprio ieri!

I tratti essenziali della saga non sono stati toccati: si tratta sempre di raccogliere risorse, far crescere il proprio insediamento, addestrare unità militare e battere il nemico! Tuttavia si presenta in una nuova veste decisamente fumettosa, questo può non far piacere ad alcuni ma, personalmente, già la adoro! Inoltre si avrà a disposizione una capitale personalizzabile da cui si otterranno le missioni per progredire nel gioco; la capitale è in altre parole una base di partenza e non verrà coinvolta in battaglie e simili.

Il gioco è gratuito per la sua versione base, mi spiego: si può giocare sia con la civiltà greca sia con la civiltà egizia, restano precluse alcune missioni, oggetti e l'utilizzo del pvp (player versus player). Anche senza pagare il gioco rimane assolutamente godibile, tuttavia se si volesse un'esperienza di gioco completa bisognerà pagare: senza contare pacchetti ornamentali della capitale ed espansioni, i pacchetti premium costano circa venti euro per ogni civiltà (per ora ci sono solo greci ed egizi ma ce ne sarà presto un'altra). Se avete fatto bene i conti l'acquisto dei pacchetti premium per ogni civiltà costerà poco meno di 60 euro, il prezzo ormai drammaticamente normale di ogni gioco... in ogni caso se si scegliesse una civiltà specifica con soli venti euro si avrebbe un gioco completo di assoluta qualità.

Per chi volesse cercarmi il mio nickname nel gioco è steil12!





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