Heidi Hankins è una bambina di quattro anni figlia di un
professore universitario e di una mamma artista. A prima vista sembrerebbe una
bambina come tutte le altre e per certi versi sicuramente lo è, ma il suo quoziente d’intelligenza è di 159. Giusto per fare un paragone impegnato
possiamo confrontarlo con quello di Albert Einstein che era di
160.Questo importante parametro ha permesso ad Heidi Hankins di essere presa
dal prestigiosoMensa britannico. I genitori riferiscono che Heidi parlava con un vocabolario ricco e corretto a
un anno ed a due anni sapeva già scrivere. Non si tratta, però, di amore
materno e/o paterno. Infatti il responsabile del Mensa, John Stevenage, “I
genitori di Heidi hanno correttamente identificato il grande potenziale della
bambina”.Da più parti, però, invitano ad essere prudenti con quella che in ogni caso è sempre una bambina di quattro anni. Tra
i tanti che si sono espressi c’è lo psicologo cognitivo Scott Barry
Kaufman che ha chiarito quali sono le qualità per definire “genio” una persona,
“Il genio richiede la presenza armonica di
molte qualità diverse: motivazione, immaginazione, perseveranza, opportunità, e
anche fortuna”. Quella di Heidi Hankins è comunque una storia diversa dal
solito e puntata su qualità decisamente poco popolari negli ultimi tempi.
Anche la psicologa Anna Maria Roncoroni si è espressa sul tema ed ha voluto rimarcare i
rischi di un’eccessiva stimolazione delle capacità della bambina con conseguente eccesso di aspettative. Anche lei ha
voluto mettere in chiaro quali sono le caratteristiche affinchè si possa
definire genio una persona, “Genio è chi produce un cambiamento nell’ambito di
cui si occupa, chi è in grado di creare, di dimostrare un teorema”. La
Roncoroni che segue un progetto per giovani dotati ha chiarito che i bambini
con particolari potenzialità sono circa il 2% della popolazione studentesca, ma
che non è detto che la curva di sviluppo si mantenga costante. La Roncoroni ha
comunque ammesso che il caso di Heidi Hankins è decisamente speciale.