8/09/2012

Heidi Hankins a quattro anni ha il QI diEinstein


Heidi Hankins è una bambina di quattro anni figlia di un professore universitario e di una mamma artista. A prima vista sembrerebbe una bambina come tutte le altre e per certi versi sicuramente lo è, ma il suo quoziente d’intelligenza è di 159. Giusto per fare un paragone impegnato possiamo confrontarlo con quello di Albert Einstein che era di 160.Questo importante parametro ha permesso ad Heidi Hankins di essere presa dal prestigiosoMensa britannico. I genitori riferiscono che Heidi parlava con un vocabolario ricco e corretto a un anno ed a due anni sapeva già scrivere. Non si tratta, però, di amore materno e/o paterno. Infatti il responsabile del Mensa, John Stevenage, “I genitori di Heidi hanno correttamente identificato il grande potenziale della bambina”.Da più parti, però, invitano ad essere prudenti con quella che in ogni caso è sempre una bambina di quattro anni. Tra i tanti che si sono espressi c’è lo psicologo cognitivo Scott Barry Kaufman che ha chiarito quali sono le qualità per definire “genio” una persona, “Il genio richiede la presenza armonica di molte qualità diverse: motivazione, immaginazione, perseveranza, opportunità, e anche fortuna”. Quella di Heidi Hankins è comunque una storia diversa dal solito e puntata su qualità decisamente poco popolari negli ultimi tempi.
Anche la psicologa Anna Maria Roncoroni si è espressa sul tema ed ha voluto rimarcare i rischi di un’eccessiva stimolazione delle capacità della bambina con conseguente eccesso di aspettative. Anche lei ha voluto mettere in chiaro quali sono le caratteristiche affinchè si possa definire genio una persona, “Genio è chi produce un cambiamento nell’ambito di cui si occupa, chi è in grado di creare, di dimostrare un teorema”. La Roncoroni che segue un progetto per giovani dotati ha chiarito che i bambini con particolari potenzialità sono circa il 2% della popolazione studentesca, ma che non è detto che la curva di sviluppo si mantenga costante. La Roncoroni ha comunque ammesso che il caso di Heidi Hankins è decisamente speciale.
Heidi Hankins Einstein

7/31/2012

Potrai dire “sono grande” solo quando…


1. Le 7.00 del mattino è l’ora in cui ti alzi e non quella in cui vai a letto.
2. I tuoi amici si “sposano e divorziano”, anziché “mettersi insieme e mollarsi”.
3. Hai già incontrato qualcuno che ti da del lei senza prenderti per il culo.
4. Esci con l’ombrello e non lo lasci in giro.
5. Il 99% del tempo che passi al computer è per lavoro.
6. Hai 130 giorni di ferie arretrate, anziché 2.
7. Jeans e maglietta non significa più “essere vestiti”.
8. “Cena e film” sono l’intera serata anziché solo l’inizio.
9. Non sai più l’orario di chiusura del tuo locale preferito, ammesso che tu ne abbia ancora uno.
10. Mangi al fast-food solo a ora di pranzo e perché devi fare fast.
11. Fare sesso al di fuori di un letto matrimoniale ti sembrerebbe di praticare del “sesso bizzarro”.
12. Farmacia: aspirine e antiacidi, anziché preservativi.
13. Hai più cibo che birra in frigo.
14. I parenti piu vecchi non hanno più problemi a raccontare barzellette sporche quando ci sei tu.
15. Senti la tua canzone preferita al supermercato.
16. Ti preoccupi di quello che farai tra due mesi.
17. Le tue piantine restano vive.
18. Sei tu che chiami i Caramba perché i ragazzi dell’appartamento di fianco non abbassano quel cavolo di stereo del cavolo.
19. Il tuo canale preferito ha cambiato nome (Videomusic) eppoi non te ne frega più niente di quella manica di rocchettari rompicoglioni…
20. Ti sei comperato uno scooterone col parabrezza e il Tucano per andare a lavorare e ti incazzi quando i ragazzini ti sorpassano in curva piegati come Valentino coi loro scooterini pistolati all’inverosimile.
21. Stai continuando a leggere e rileggere questa lista cercando qualcosa che non c’entri con te, ma col cavolo che lo trovi!!!


7/26/2012

Io sento il profumo della pioggia

Voi! Dico a tutti quelli che quando dico che mi piace il profumo della pioggia e che tra poco pioverà vi burlate di me. Voi! Increduli! Leggete cosa dice focus!!!

http://www.focus.it/scienza/il-profumo-prima-della-tempesta-ecco-perche-sentiamo-l-odore-della-pioggia_C12.aspx

Se siete tra quelli che prima di un acquazzone, percepiscono distintamente un odore di acqua imminente, niente paura: non soffrite di traveggole olfattive. Avvertire un profumo particolare quando il meteo ritorna a farsi umido, soprattutto dopo un periodo di siccità, è perfettamente normale e spiegabile dal punto di vista scientifico. Ecco quali sono le cause naturali di questo fenomeno olfattivo.

I cinque sensi: le foto più belle dei lettori di Focus

Quell'aroma di... ozono

Quando le prime gocce d'acqua iniziano a cadere, potreste avvertire un odore dolciastro e pungente: gli esperti lo riconducono all'ozono emanato dai campi fertilizzati, dagli agenti inquinanti e da fonti naturali. La ragione per cui, all'inizio di un temporale, questo profumo pervade l'aria è da ricercare nella chimica. Scariche elettriche - come quelle dei lampi - dividono le molecole di azoto e ossigeno presenti in atmosfera in singoli atomi. Alcuni di questi si ricombinano con il monossido d'azoto, che a sua volta reagisce con altre componenti atmosferiche formando molecole costituite da tre atomi di ossigeno: l'ozono, appunto (O₃). Le correnti d'aria discensionali che si scatenano prima di un temporale portano le molecole di ozono dalle altitudini più alte al livello del nostro naso (del resto ozono deriva dal greco òzein, "mandare odore").

Fragranza al petricor

Ma il potpourri di profumi (o puzze, a seconda dei casi) non finisce qui. La pioggia, cadendo, si deposita sulle superfici asciutte e "disturba" le molecole odorifere lì presenti. Se siete fortunati e vi trovate in mezzo alla natura, le molecole in questione proverranno da piante e foglie, e le vostre papille olfattive annuseranno profumo di vegetazione (o odore di letame, nei casi meno felici). Chi si trovasse in città, snifferà particelle di asfalto o cemento, un po' meno piacevoli e salutari. Questo odore ha un nome scientifico preciso: si chiama petricor, termine coniato da due ricercatori australiani nel 1964 per descrivere la fragranza delle piante che si deposita nei terreni argillosi e viene rimessa in circolo nell'aria dalle precipitazioni.

Terra bagnata

Un grande classico, e forse lo strascico più piacevole che ogni temporale lascia dopo di sé. Questo odore misto di terra, muffa, muschio e umidità è attribuibile alla geosmina, un composto organico responsabile, per esempio, del gusto terroso delle barbabietole. È prodotta da diverse classi di microbi, e captata molto facilmente dai nasi umani, sensibili al suo aroma. Se contamina acque di superficie potabili, conferisce loro un sapore terroso poco gradevole.

Sveglia o navigatore satellitare

Questo mix di aromi ha una qualche utilità? Nel mondo animale, sì. Secondo alcuni microbiologi il petricor, disciolto in acqua, agisce come segnale di "via libera", comunicando ai pesci d'acqua dolce che è arrivato il momento giusto per deporre le uova. Per i cammelli, invece, la geosmina agirebbe come traccia olfattiva per aiutare gli animali assetati a raggiungere le oasi nel deserto più vicine: è la teoria di Keith Chater, microbiologo del John Innes Center in Inghilterra.

Un richiamo primordiale

E per l'uomo? Secondo gli esperti, l'odore della pioggia non scatena in noi risposte biologiche immediate, anche se abbiamo imparato ad associarlo ad alcune esperienze (come il tanto atteso refrigerio dall'afa estiva). Diana Young, antropologa dell'Università del Queensland, Australia, ha studiato il comportamento associato alla pioggia degli aborigeni del deserto occidentale australiano, dove le prime piogge costituiscono un evento importante che trasforma il deserto arido e rosso in una pianura verde e lussureggiante. Secondo la Young, presso queste popolazioni l'odore della pioggia è associato al colore verde del risveglio della natura: una connessione nota come "sinestesia culturale". Quando piove, è tradizione presso questi popoli strofinarsi il corpo con olii vegetali e grassi animali, un odore che si crede abbia proprietà protettive, e che simboleggia la connessione tra uomo e paesaggio.

6/25/2012

Lady Oscar: Verità o invenzione?

Stamattina, mentre facevo colazione mezza addormentata, ho acceso la tv su italia uno e ho beccato una puntata di Lady Oscar, cartone che amavo tantissimo da piccola e che apprezzo ancora oggi!

 

Mentre inzuppavo le fette biscottate dentro al latte caldo mi son chiesta quanto ci fosse di vero in questo cartone: Maria Antonietta e il Re sono evidentemente figure storiche, ma gli altri? Soprattutto... Lady Oscar?

Cosi mi sono informata:

Oscar François de Jarjayes è un personaggio di fantasia, nato dalla matita della famosa mangaka Riyoko Ikeda nei primi anni 70.
La Ikeda era intenzionata a mettere su carta una biografia romanzata di un personaggio molto amato, la regina Maria Antonietta di Francia. Per rendere più fluida e interessante la narrazione, concepì una storia basata su un trio di persone destinate a incontrarsi un giorno a Versailles: Antonietta, il conte Hans Axel di Fersen (realmente esistito e documentato come innamorato della regina) e Oscar de Jarjayes.
Quest'ultima è una figura creata con l'intento di fungere da comprimario, spalla e spettatore della storia della sventurata regina. Le vicende storiche sono quelle realmente dipanatesi durante gli anni precedenti la Rivoluzione Francese, compresi i personaggi storici o storicamente attendibili.
E' esistito anche un generale Jarjayes, fedelissimo monarchico ricordato in ogni biografia della Regina per il suo tentativo di salvarla dalla ghigliottina. Ed è alla sua figura che la Ikeda si è ispirata per creare il personaggio del padre di Oscar e poter così darle un legame con la corte di Versailles.
 Lo stesso vale per gli intrecci che legano eventi e personaggi reali a quelli fittizi. Che tuttavia sono pochi, praticamente quasi solo quelli che popolano casa Jarjayes oltre ad Oscar e André.


C'è da precisare comunque che è possibile che la Ikeda abbia preso spunto per il suo più fortunato personaggio da una figura storica realmente esistita con il nome di Eon de Beaumont, comunemente conosciuta con il titolo di Cavaliere d'Eon. Trattavasi di un ambiguo personaggio vissuto ai tempi di Luigi XVI che in forza dell'aspetto effemminato viaggiò per le corti europee nell'abile ruolo di spia. L'aspetto ambiguo e l'incertezza sulla sua identità sessuale lo resero importante, ricco e molto famoso.
Non è dato sapere con certezza se Riyoko Ikeda abbia pensato a lui per creare Oscar, ma il risultato è stato la splendida madamigella che tutti conosciamo.....



Gli altri personaggi realmente esisti sono:
Maria Antonietta d'Austria   
Luigi XVI di Francia   Il re di Francia, Luigi XVI in una scena dell\'anime Lady Oscar 
Luigi Filippo II, Duca d'Orleans   
Hans Axel von Fersen   
Maximilien Robespierre   
Louis Saint-Just   
François Augustin Reynier de Jarjayes   
Jeanne Valois de la Motte    
Antoine-Nicolas de la Motte   
Cardinale Louis de Rohan   
Maria Teresa d'Austria   
Rosalie Lamorlière  

5/29/2012

Perchè questi terremoti vicino alla Pianura Padana?


Sembrava  che lo sciame sismico stesse via via diminuendo d’intensità. Ma di colpo ecco un evento del 5.8 della scala Richter. Seguito a poche ore di distanza da un’altra scossa di 5.3 gradi. Il terremoto dell’Emilia Romagna è ben lungi dall’essere terminato. All’origine del terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto questa mattina nel modenese potrebbe esserci, secondo l’Ingv, la rottura di una nuova faglia. E dobbiamo aspettarci nuove scosse per i prossimi giorni. Ecco il parere degli esperti.

La mappa preliminare dell'INGV. Clicca per ingrandire
Lo studio delle onde sismiche che si sono sviluppate in questi giorni ha permesso ai geofisici di stabilire che la struttura geologica che sta producendo i terremoti si allunga per circa 40 km.
La zona più attiva è quella più occidentale, tra Modena, Moglia e Mirandola, ma oggi si sta estendendo verso ovest. Da mezzanotte alle 12,45, prima della nuova lunga e potente scossa delle 12.55, le scosse di terremoto registrate dagli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in provincia di Modena sono state 63! E secondo alcune ipotesi, all’origine del terremoto di magnitudo 5,8 avvenuto questa mattina nel modenese potrebbe esserci la rottura di una nuova faglia.
Le scosse non finiranno presto
Secondo le prime analisi è possibile paragonare il terremoto principale dell’Emilia con quanto è successo a L’Aquila nel 2009 e durante il sisma umbro-marchigiano del 1997. E questo sia per l’intensità del terremoto principale (seppure inferiore ai secondi) che per la profondità dell’ipocentro.
Se il comportamento continuerà su questa strada, allora c’è da aspettarsi un lungo periodo di scosse di assestamento.
Due scosse forti, era già successoSciame sismico lungo un anno
Nel caso del 1997, infatti, le lunga scia di scosse durò per un anno intero. La sequenza di Colfiorito, in particolare, fu quella che più di tutte mostrò una forte tenuta nel tempo: varie scosse, con un’intensità che più di una volta superarono il 5° Richter, si ripeterono a più riprese. In quel caso si registrò anche un tortuoso fenomeno di migrazione degli epicentri, che dalla faglia principale passarono a faglie contigue. Queste si attivarono, come si è potuto interpretare successivamente, in seguito alla sollecitazione di fluidi sotterranei che si muovevano tra le faglie.
Lo spiega anche il sismologo Enzo Boschi a Rai News 24: “In genere, dopo una forte scossa, si registrano solo scosse di assestamento. Ma in Italia è già successo che due scosse forti, più o meno della stessa entità, si siano registrate a distanza di pochi giorni, basti ricordare il terremoto in Umbria. E in Friuli si registrarono a distanza di pochi mesi. Quindi non si può escludere neanche questa volta, in Emilia. Il sistema libera energia: può farlo in un solo colpo, in più di uno oppure in piccole fasi successive”.
Come funzionano le scosse di assestamento
Ma conosciamo davvero bene il fenomeno delle “scosse di assestamento”? No, secondo Karen Felzer dell’U.S. Geological Survey (Usa), che ha pubblicato una ricerca a tal proposito su Nature. “Analizzando decine di terremoti in prossimità della Faglia di San Andreas, abbiamo scoperto che scosse di assestamento avvengono anche a distanze ritenute fino ad oggi improbabili. Ne abbiamo viste alcune che si sono originate anche a 50 km dall’epicentro del sisma principale che si è verificato all’interno di faglie di pochi chilometri di lunghezza. Quindi l’idea che le scosse di assestamento possono avvenire in un’area non superiore al doppio della lunghezza della faglia che ha originato il sisma non può essere ritenuta valida. In realtà per fare una previsione su fin dove le scosse sismiche di assestamento possono verificarsi bisogna guardare al modo con cui le onde sprigionate dal terremoto principale si attutiscono con la distanza. Ma questo è un lavoro complesso che richiede anche una grande quantità di sismografi sul territorio”, ha spiegato Felzer.
Vigili contro l’imponderabile
L’incertezza dunque, sul numero e sullo sviluppo delle onde di assestamento rimane e lo dimostra la varietà di situazioni che negli ultimi anni si sono avute dopo i più violenti sismi verificatisi sul nostro Paese. Dal lungo sciame del terremoto del 1997 alla sorpresa di una scossa di assestamento a distanza di 4 mesi, che, successivamente al terremoto principale del Friuli del mese di maggio del 1976, si ripresentò con un’intensità di pochissimo inferiore alla scossa principale.
Non rimane dunque, che rimanere vigili. E attendere le prossime ore, quando i dati saranno analizzati e potranno aiutarci a capire meglio la situazione.



5/21/2012

Terremoto in Val Padana. Ecco Perchè!


Ma come, un terremoto in Pianura Padana? Si è del tutto possibile.
Il terremoto del 5.9° Richter che si è verificato a Mirandola, tra Parma e Ferrara, rientra chiaramente nella fase evolutiva della geologia del luogo.L’evoluzione geologicadell’Appennino emiliano-romagnolo, che si estende anche sotto la pianura, nascosto da depositi di sedimenti portati dal Po e dai fiumi ad esso affluenti si inquadra all’ultimo dei grandi fenomeni geologici che ha portato anche alla nascita di una parte delle Alpi.
(Che cosa fare in caso di terremoto)
Così è nato l'Appennino emiliano.
L’Appennino è una catena a “falde”, ossia composta da grandi pieghe che hanno coinvolto potenti pacchi di strati, che si è formata in un arco di tempo che dalCretaceo, ossia da un centinaio di milioni di anni, si spinge fino ai nostri giorni. In questo arco di tempo vi è stato in atto la collisione tra due blocchi di crosta terrestre (o meglio di litosfera): tra quella cioè, che viene chiamata zolla europea (o sardo-corsa), e la piccola placca Padano-Adriatica (o Adria). Non è facile comprendere dove erano queste due zolle, tuttavia si pensi che la Sardegna e la Corsica un tempo eranoattaccate alla Francia e ad un certo punto sono “scivolate” verso la loro posizione attuale. Queste due isole formano la zolla sardo-corsa.
La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell’Africa (vedi disegno). Il processo di collisione tra queste due zolle continentali è stato preceduto dalla chiusura di un’area oceanica che era presente tra di esse: era l’oceano ligure o ligure-piemontese che faceva parte della Tetide.
(Per comprendere meglio questo paragrafo ti consiglio di rileggerlo dopo aver guardato la cartina a sinistra ingrandendola cliccandoci sopra)
L'epicentro della prima scossa (nella notte). Alle 15 circa, una nuova forte scossa, più a est, in provincia di Ferrara. Lo sciame sismico continua in tutta la pianura padana.
La catena appenninica deriva così dalla complessa deformazione dei sedimenti deposti durante questa evoluzione. Oggi i geologi parlano di “Dominio ligure”, per definire i sedimenti che si depositarono nell’area oceanica, di “Dominio epiligure”, per quei sedimenti che a partire dall’Eocene medio (circa 40 milioni di anni fa) sono stati sottoposti a “compressioni” molto forti, di “Dominio subligure“, che corrisponde alla crosta africana adiacente alla zona oceanica e di Dominio tosco-umbro, di pertinenza africana.
Alla fine del processo deformativo i sedimenti di questi domini risultano notevolmente spostati rispetto al luogo ove si sono formati e si sono in gran parte sovrapposti in modo assai complesso.
Dal Messiniano, ossia da circa 7 milioni di anni fa, in poi anche le zone esterne della catena e l’area padana sono coinvolte nelle fasi deformative. La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell’area padana, che continua ancora ai nostri giorni.
E questo spiega la realtà del terremoto di oggi, 20 maggio 2012.


5/11/2012

Un ritrovamento rimanda la fine del Mondo dei Maya!


11 maggio 2012- 
E' In arrivo una brutta notizia per coloro, che per un motivo o per l'altro, aspettavano speranzosi la fine del mondo, fissata secondo l'ormai celebre "calendario Maya" per il 21 dicembre 2012. (Ma deh!!!! )
Mentre ormai il tormentone della fine del mondo ha invaso mezzo mondo, e gruppi di fanatici hanno già cominciato il count down, è arrivata però una notizia che dovrebbe farci dormire sonni tranquilli: la fine del mondo non avverrà il 21 dicembre 2012, nemmeno secondo gli stessi Maya. (Iuppyyyyyy!!!!!)
A darne la lieta ( è proprio il caso di dirlo!!) notizia è un team di archeologi dell'Università di Boston, che ha portato alla luce il più antico calendario Maya mai ritrovato finora, risalente a 1200 anni fa.
Si tratta di un calendario, quello ritrovato dagli archeologici, che anticipa di circa 400 anni gli almanacchi che avevano dato origine alle previsioni sull'annunciata e catastrofica fine del mondo. Questa scoperta confermerebbe  le teorie di una parte degli esperti, secondo i quali anche se il calendario Maya si fosse concluso col 2012, l'antico popolo avrebbe ricominciato il conteggio dei giorni in un nuovo almanacco. "E' come riavviare il contachilometri di un'automobile", ha spiegato  l'archeologo Anthony Aveni dell'Università Colgate di New York. 
Il ritrovamento è avvenuto a Xultun, in Guatemala, dove il team di ricerca che fa capo al professor William Saturno ha rinvenuto, dentro un antico edificio Maya, alcune scritte murali che riportano riferimenti temporali calcolati con l'osservazione delle fasi lunari e dei movimenti di Marte, Venere e Mercurio grazie alle quali è possibile conteggiare migliaia di anni sia nel passato che nel futuro.
Il calendario di Xultun si estende per oltre 7.000 anni, superando di gran lunga il 21 dicembre 2012, la data della presunta fine del mondo Una smetita cocente per tutti gli appassionati di esoterismo che pensavano che la fine del mondo fosse ormai inevitabile. William Saturno ha commentato umoristicamente il ritrovamento:"Per completare gli scavi «sono necessari almeno altri vent'anni, e sono certo che fino ad allora il mondo esisterà ancora". 
I risultati delle ultime scoperte archeologiche saranno pubblicate nel numero di giugno della rivista National Geographic e di Science.
Altre fonti invece, dopo la nuova scoperta, dicono che:
MAYA
"L'agenzia giornalistica Reuters ha riferito questa settimana che gli archeologi che lavorano nel profondo nella giungla del Guatemala settentrionale hanno messo in luce incredibile pannelli intagliati che si ritiene di rappresentare scene dei miti Maya, che vedono la presenza di strani esseri alieni, di mostri, serpenti e divinità. I pannelli sono stati scoperti sul sito di El Mirador, la più grande città maya conosciuta nel mondo, che viene continuamente scavato rivelando sempre più sorprese. La città stessa è notevole, in quanto nel complesso sono contenute strade, canali e strutture che ci si aspetterebbe di una moderna metropoli. Il responsabile del sito archeologico, il capo ricercatore Richard Hansen ha datato i pannelli ad un periodo che va all'incirca al 300 aC.

Ufologi hanno concentrato le loro ricerche in particolare sulla civiltà Maya e la loro mitologia per decenni, forse più di qualsiasi altra civiltà antica. I Maya erano un popolo che aveva conoscenze astronomiche notevoli e nei suoi miti ci raccontava del Ritorno dei Maestri stellari, esseri provenienti dalle stelle, o i famosi Dei dello Spazio che ritornavano alla fine di ogni Era o Ciclo sulla Terra per dare all'uomo conoscenze tecnologiche e spirituali. Forse questi Dei dello Spazio sono i famosi "Guardiani" (Neteru) di cui si parla negli antichi testi dei Sumeri?

Molti hanno già notato che il pannello visualizzato sul sito dell'agenzia Reuters, raffigura chiaramente un UFO, circondato da due esseri da aspetto e fattezze umanoidi coperti in una qualche forma di apparecchiatura tecnologica."
Fonte: http://blog.libero.it/uforicerche/6694348.html


Beh, se forme aliene vengono in pace (almeno questo lo spero!!!)... sarò la prima a offrire loro ben volentieri una torta fatta in casa in segno di benvenuto :) Già solo che sia avvenuta questa nuova scoperta che manderebbe all'aria le catastrofiche predizioni sulla fine del mondo mi rallegrano e sollevano un sacco! XD

Powered by Blogger.