Ma come, un terremoto in Pianura Padana? Si è del tutto possibile.
Il terremoto del 5.9° Richter che si è verificato a Mirandola, tra Parma e Ferrara, rientra chiaramente nella fase evolutiva della geologia del luogo.L’evoluzione geologicadell’Appennino emiliano-romagnolo, che si estende anche sotto la pianura, nascosto da depositi di sedimenti portati dal Po e dai fiumi ad esso affluenti si inquadra all’ultimo dei grandi fenomeni geologici che ha portato anche alla nascita di una parte delle Alpi.
(Che cosa fare in caso di terremoto)
Il terremoto del 5.9° Richter che si è verificato a Mirandola, tra Parma e Ferrara, rientra chiaramente nella fase evolutiva della geologia del luogo.L’evoluzione geologicadell’Appennino emiliano-romagnolo, che si estende anche sotto la pianura, nascosto da depositi di sedimenti portati dal Po e dai fiumi ad esso affluenti si inquadra all’ultimo dei grandi fenomeni geologici che ha portato anche alla nascita di una parte delle Alpi.
(Che cosa fare in caso di terremoto)
L’Appennino è una catena a “falde”, ossia composta da grandi pieghe che hanno coinvolto potenti pacchi di strati, che si è formata in un arco di tempo che dalCretaceo, ossia da un centinaio di milioni di anni, si spinge fino ai nostri giorni. In questo arco di tempo vi è stato in atto la collisione tra due blocchi di crosta terrestre (o meglio di litosfera): tra quella cioè, che viene chiamata zolla europea (o sardo-corsa), e la piccola placca Padano-Adriatica (o Adria). Non è facile comprendere dove erano queste due zolle, tuttavia si pensi che la Sardegna e la Corsica un tempo eranoattaccate alla Francia e ad un certo punto sono “scivolate” verso la loro posizione attuale. Queste due isole formano la zolla sardo-corsa.
La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell’Africa (vedi disegno). Il processo di collisione tra queste due zolle continentali è stato preceduto dalla chiusura di un’area oceanica che era presente tra di esse: era l’oceano ligure o ligure-piemontese che faceva parte della Tetide.
(Per comprendere meglio questo paragrafo ti consiglio di rileggerlo dopo aver guardato la cartina a sinistra ingrandendola cliccandoci sopra)
La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell’Africa (vedi disegno). Il processo di collisione tra queste due zolle continentali è stato preceduto dalla chiusura di un’area oceanica che era presente tra di esse: era l’oceano ligure o ligure-piemontese che faceva parte della Tetide.
(Per comprendere meglio questo paragrafo ti consiglio di rileggerlo dopo aver guardato la cartina a sinistra ingrandendola cliccandoci sopra)
La catena appenninica deriva così dalla complessa deformazione dei sedimenti deposti durante questa evoluzione. Oggi i geologi parlano di “Dominio ligure”, per definire i sedimenti che si depositarono nell’area oceanica, di “Dominio epiligure”, per quei sedimenti che a partire dall’Eocene medio (circa 40 milioni di anni fa) sono stati sottoposti a “compressioni” molto forti, di “Dominio subligure“, che corrisponde alla crosta africana adiacente alla zona oceanica e di Dominio tosco-umbro, di pertinenza africana.
Alla fine del processo deformativo i sedimenti di questi domini risultano notevolmente spostati rispetto al luogo ove si sono formati e si sono in gran parte sovrapposti in modo assai complesso.
Dal Messiniano, ossia da circa 7 milioni di anni fa, in poi anche le zone esterne della catena e l’area padana sono coinvolte nelle fasi deformative. La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell’area padana, che continua ancora ai nostri giorni.
E questo spiega la realtà del terremoto di oggi, 20 maggio 2012.
Alla fine del processo deformativo i sedimenti di questi domini risultano notevolmente spostati rispetto al luogo ove si sono formati e si sono in gran parte sovrapposti in modo assai complesso.
Dal Messiniano, ossia da circa 7 milioni di anni fa, in poi anche le zone esterne della catena e l’area padana sono coinvolte nelle fasi deformative. La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell’area padana, che continua ancora ai nostri giorni.
E questo spiega la realtà del terremoto di oggi, 20 maggio 2012.
0 commenti:
Posta un commento