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5/21/2012

Terremoto in Val Padana. Ecco Perchè!


Ma come, un terremoto in Pianura Padana? Si è del tutto possibile.
Il terremoto del 5.9° Richter che si è verificato a Mirandola, tra Parma e Ferrara, rientra chiaramente nella fase evolutiva della geologia del luogo.L’evoluzione geologicadell’Appennino emiliano-romagnolo, che si estende anche sotto la pianura, nascosto da depositi di sedimenti portati dal Po e dai fiumi ad esso affluenti si inquadra all’ultimo dei grandi fenomeni geologici che ha portato anche alla nascita di una parte delle Alpi.
(Che cosa fare in caso di terremoto)
Così è nato l'Appennino emiliano.
L’Appennino è una catena a “falde”, ossia composta da grandi pieghe che hanno coinvolto potenti pacchi di strati, che si è formata in un arco di tempo che dalCretaceo, ossia da un centinaio di milioni di anni, si spinge fino ai nostri giorni. In questo arco di tempo vi è stato in atto la collisione tra due blocchi di crosta terrestre (o meglio di litosfera): tra quella cioè, che viene chiamata zolla europea (o sardo-corsa), e la piccola placca Padano-Adriatica (o Adria). Non è facile comprendere dove erano queste due zolle, tuttavia si pensi che la Sardegna e la Corsica un tempo eranoattaccate alla Francia e ad un certo punto sono “scivolate” verso la loro posizione attuale. Queste due isole formano la zolla sardo-corsa.
La placca Padano-Adriatica invece, era la punta più avanzata dell’Africa (vedi disegno). Il processo di collisione tra queste due zolle continentali è stato preceduto dalla chiusura di un’area oceanica che era presente tra di esse: era l’oceano ligure o ligure-piemontese che faceva parte della Tetide.
(Per comprendere meglio questo paragrafo ti consiglio di rileggerlo dopo aver guardato la cartina a sinistra ingrandendola cliccandoci sopra)
L'epicentro della prima scossa (nella notte). Alle 15 circa, una nuova forte scossa, più a est, in provincia di Ferrara. Lo sciame sismico continua in tutta la pianura padana.
La catena appenninica deriva così dalla complessa deformazione dei sedimenti deposti durante questa evoluzione. Oggi i geologi parlano di “Dominio ligure”, per definire i sedimenti che si depositarono nell’area oceanica, di “Dominio epiligure”, per quei sedimenti che a partire dall’Eocene medio (circa 40 milioni di anni fa) sono stati sottoposti a “compressioni” molto forti, di “Dominio subligure“, che corrisponde alla crosta africana adiacente alla zona oceanica e di Dominio tosco-umbro, di pertinenza africana.
Alla fine del processo deformativo i sedimenti di questi domini risultano notevolmente spostati rispetto al luogo ove si sono formati e si sono in gran parte sovrapposti in modo assai complesso.
Dal Messiniano, ossia da circa 7 milioni di anni fa, in poi anche le zone esterne della catena e l’area padana sono coinvolte nelle fasi deformative. La progressiva migrazione delle falde verso est provoca una profonda deformazione anche nell’area padana, che continua ancora ai nostri giorni.
E questo spiega la realtà del terremoto di oggi, 20 maggio 2012.


9/03/2011

Quell'uragano di Irene viene a farci visita, che carina!

LA STAGIONE DEGLI URAGANI, AIUTO! SI SALVI CHI PUỐ… ARRIVANO ANDREW, KATERINA, ISABEL, FLOSSIE, EL NIŇO, LARRY, SOAMAI, WILLY-WILLY, BAGUIROS, TIP, JMENA, SANT’ANNA, SAN FELIPE, IRENE . . .


Tutto il mondo è a rischio. Il calendario meteorologico dice che agosto e settembre sono i mesi in cui si scateneranno le forze della natura. Tuttavia un uragano, tifone, ciclone, fortunale, tornado, tsunami, tempesta, burrasca od altra denominazione, possono arrivare in qualsiasi mese dell’anno. La zone più colpite sono i tropici ed in modo particolare la zona equatoriale. Decine, centinaia di migliaia di morti e intere città, paesi, villaggi, spesso e volentieri, sono stati spazzati via come un fuscello.





Qual è la differenza tra uragano, ciclone e tornado?

Possono sembrare la stessa cosa ma in realtà uragano, ciclone e tornado sono tre fenomeni diversi, anche se molto simili tra loro!!


Ciclone

Per ciclone si intende un violento movimento rotatorio di masse di nubi e d’aria, combinato con un moto di traslazione, intorno ad un centro di bassa pressione.
Le alte temperature equatoriali favoriscono, in certe zone, la formazione di centri di minima pressione, cioè di aspirazione, verso i quali convengono i venti con un moto a spirale che determina cosi un vortice.
Ne esistono di due tipi: tropicali ed extra-tropicali. I primi sono di durata e grandezza minore rispetto ai cicloni extra-tropicali ma l'intensità e la forza dei loro venti è straordinariamente violenta.

Uragano

Uragano è un nome di origine caraibica, usato per indicare i cicloni che si abbattevano sulle Indie Occidentali. Tuttavia, ai giorni nostri, i meteorologi hanno deciso di chiamare “uragano” tutti i cicloni di elevata intensità che raggiungono forza 12, la massima nella scala di misurazione, con venti che raggiungono i anche i 120 km/h.
In conclusione l’uragano è il ciclone elevato alla massima potenza.

Tornado

Il tornado è il più distinguibile tra i tre; con questo termine si intende una perturbazione atmosferica molto violenta, con una forma simile ad un imbuto.
I tornado, frequenti soprattutto in America, in particolare nel Messico e a est delle Montagne Rocciose, sono caratterizzati da una estrema velocità dell’aria che ruota vorticosamente intorno ad un vertice (si parla di 300-400 km/h fino punte di 800km/h).
Un tornado medio ha un diametro di 100-200 m e si sposta sulla superficie terrestre con una velocità che va dai 30 agli 80 km/h. Anche con una durata di pochi secondi, essi sono in grado di distruggere qualsiasi cosa trovino sul loro cammino.
Di quello che avviene nel loro interno si sa poco per la difficile rilevazione di dati, ma si crede che l’aria raggiunga velocità impressionanti e si è stimato che ci sia una diminuzione della pressione di circa il 20% in meno di quella atmosferica.



IRENE HA DECISO DI FARSI UN GIRETTO E DI FARSI SENTIRE ANCHE DALLE NOSTRE PARTI, CHE TENERA!
 

Il sito del meteoweb ci mette al corrente della sua gentile visita che avverrà soprattutto nelle giornate di sabato e domenica, mentre la protezione civile mette in allerta: forti temporali nel week end, massima attenzione!!




"Con l’avvento del mese di Settembre ufficialmente entra in scena l’autunno meteorologico. Dopo un lungo periodo di stabilità, sotto il dominio dell’opprimente promontorio anticiclonico afro-mediterraneo, le prime rappresaglie di instabilità registrate in questi ultimi giorni, specie sui comprensori alpini e appenninici, ci stanno ad indicare che l’imminente cambio di stagione è sempre più vicino.Durante il  weekend l’elemento saliente sarà rappresentato da una crescente dinamicità atmosferica, segno del graduale declino della stagione estiva, che comunque riserverà ancora molti colpi di coda significativi, come tradizione per Settembre.Lungo lo scacchiere europeo si iniziano a notare dei cambiamenti che spingono a favore della stagione autunnale.Il quadro barico infatti sarà dominato da una profonda circolazione depressionaria, con un minimo barico al suolo pronto a scivolare sotto i 985 hpa, che ha interamente assorbito i resti dell’ex uragano “Irene” che dalle coste canadesi orientali si è spinto fino al tratto di oceano a sud della Groenlandia, prima di rimanere intrappolato all’interno dell’ampia saccatura nord oceanica.Tale vortice ciclonico, ben strutturato a tutte le quote, tra la giornata di sabato e domenica, condizionerà lo stato del tempo su buona parte dell’Europa settentrionale e centro-occidentale, apportando molte nubi con annesse piogge e rovesci a carattere sparso.Il profondo ciclone islandese, oltre a far ritirare l’alta pressione delle Azzorre sull’Atlantico occidentale, riuscirà a pilotare una serie di sistemi perturbati secondari in direzione delle isole Britanniche, Francia, nord della Spagna e parte dell’Europa centrale, incluse le regioni settentrionali italiane che risentiranno già dalle prossime ore dei primi passaggi nuvolosi, con le prime piogge e i primi rovesci a carattere sparso.Alla quota di 500 hpa il profondo vortice islandese riuscirà a scavare una ampia saccatura che dalle isole Brittaniche si estenderà fino alla Francia, coinvolgendo con il ramo ascendente buona parte della MittelEuropa e le nostre regioni più settentrionali che vedranno una progressiva destabilizzazione atmosferica per l’inserimento in quota di correnti molto umide e instabili dai quadranti meridionali.Ciò agevolerà l’inserimento di diversi sistemi nuvolosi che dalle latitudini oceaniche, tramite il nord della Spagna e la Francia, si inseriranno fino all’Europa centrale e sul nord Italia.La prima incursione instabile dovrebbe interessare le regioni centro-settentrionali tra la tarda mattinata e il pomeriggio di sabato, quando i primi rovesci e i temporali in azione sulle Alpi occidentali si estenderanno alle sottostanti pianure del Piemonte, Lombardia ed Emilia, con dei fenomeni temporaleschi localmente anche intensi.Qualche rovescio nel pomeriggio potrebbe interessare anche la Riviera di Ponente.Tra il pomeriggio e la serata è atteso un progressivo aumento di nubi anche fra Toscana, Umbria e soprattutto sulla Sardegna, che dalla nottata successiva potrebbe essere raggiunta dai primi rovesci e temporali ad iniziare dalle coste occidentali.Il giorno peggiore sarà senza dubbio domenica, allorquando le regioni settentrionali saranno raggiunte da un esteso fronte perturbato che dal sud della Francia si muoverà in direzione del centro-nord, apportando rovesci e temporali che dal Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria si propagheranno alla Toscana e al nord della Sardegna.In serata qualche rovescio, in arrivo dal Tirreno, potrebbe toccare anche le coste laziali.Il rischio di vedere fenomeni temporaleschi di forte intensità, anche se ben localizzati, sarà molto elevato, causa la presenza di una buona quantità di calore latente preesistente sopra le valli, le pianure del nord e sui mari, che in questo periodo dell’anno raggiungono i massimi valori, rappresentando una cospicua dose di energia potenziale per le perturbazioni provenienti dall’oceano Atlantico. Mentre il centro-nord vedrà le prime precipitazioni settembrine, sul resto della penisola, a parte i passaggi nuvolosi, in genere medio-alti sulle regioni centrali, il tempo si presenterà ancora buono e prevalentemente soleggiato, pur con qualche leggera velatura in alta quota che potrebbe dare alla coltre celeste il tipico aspetto lattiginoso lungo le regioni meridionali e Sicilia, causa la presenza di microscopiche particelle di pulviscolo desertico in sospensione (tipico durante le ondate di calore dall’entroterra algerino).Qui l’estate proseguirà a fare il suo corso per qualche giorno, regalando altre belle giornate assolate e molto calde, un clima ideale per tutti coloro che hanno deciso di posticipare le ferie alla prima decade di Settembre per trascorrere un pò di tempo al mare.Le temperature sono attese in ulteriore aumento causa il risucchio di correnti molto calde dall’entroterra desertico algerino.In alcune località interne fra Calabria e Sicilia la colonnina di mercurio varcherà la soglia dei +36° +37° con estrema facilità.Sulle regioni settentrionali invece con le nubi e le precipitazioni è atteso un progressivo calo, specie per quel che concerne i valori delle massime.



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