Nei laboratori di un'azienda farmaceutica di San Francisco, il giovane ricercatore Will Rodman sperimenta su degli scimpanzé gli effetti di un virus in grado di potenziare i ricettori neuronali e di fornire una possibile cura per l'Alzheimer. Una di queste cavie mostra lo sviluppo di un'intelligenza superiore alla media, ma viene abbattuta assieme alle altre dichiarando fallito l'esperimento quando risponde con aggressività ai tentativi dei medici di sottoporla a nuovi test. Lascia tuttavia nei laboratori un piccolo cucciolo, che Will decide di risparmiare alla soppressione e di accogliere in casa propria.
Il tempo passa e dopo qualche anno lo scimpanzé, soprannominato Cesare, dimostra delle straordinarie capacità cognitive, imparando in fretta il linguaggio dei segni e raddoppiando il proprio quoziente intellettivo anno dopo anno. Ma con il suo cervello, cresce anche il bisogno di relazionarsi con un ambiente libero e con una specie all'altezza che non lo tratti da bestia o da mostro.
“L'evoluzione diviene rivoluzione” recita il trailer americana del film. Aforisma perfetto per raccontare questo prequel-reboot espiantato direttamente dal lontano Pianeta delle scimmie datato 1968 perché il film di Rupert Wyatt - regista britannico con alle spalle un solo, eccellente prison movie (The Escapist) - si racconta esattamente attraverso questi due movimenti. Una prima parte in cui si descrive l'Evoluzione della scimmia e si riscrive Frankenstein attraverso un moderno Prometeo alla ricerca di una cura per l'Alzheimer; e una seconda parte in cui la diversità e la sindrome del mostro vissute dalla Creatura-Scimpanzé creano i presupposti per un'insurrezione degna di Spartacus.
È all'interno di questi due momenti narrativi che si modella anche il progetto di questo nuovo capitolo: una dialettica schiavo-padrone in cui il film gioca a far finta di essere “schiavo” della saga originale e dei cliché del cinema di genere per poi mostrarsi perfettamente padrone degli eventi e della messa in scena. Wyatt punta fin dall'inizio a una pura esaltazione dell'occhio, a un'accensione della pupilla simile a quella che colpisce i primati-cavie del film realizzata con tutti i mezzi a disposizione dell'estetica contemporanea: soggettive della scimmia, movimenti immersivi,performance capture d'avanguardia, contaminazioni fra generi diversi.
Continui omaggi, rimandi e citazioni alla serie originale che tuttavia non costituiscono mai nostalgiche strizzatine d'occhio, quanto agganci per stupire e muoversi verso altre direzioni.
( http://www.mymovies.it/film/2011/riseoftheapes/)
Gli scimpanzé sono animali che mi hanno da sempre ispirato molto simpatia e Cesare da piccolo è davvero davvero stupendo!! *-* MI piacerebbe molto avere una scimmietta e provare l’emozione di farmi abbracciare da lei . . . dev’essere molto piacevole, anche perché hanno delle braccia lunghissime!! *-* E poi sono tenereeeeeeeeeeeeeeeeee!!!
. . . Cof Cof . . . Torniamo seri . . .
Del film mi ha tocca personalmente l’ossessione del protagonista umano, nel cercare una cura per l’Alzeimer di cui è malato il padre: in alcune scene ho tristemente rivisto azioni e reazioni che ho vissuto con il nonno . . . è una malattia davvero brutta, che distrugge completamente la persona, la annulla, la spersonalizza completamente e a noi che gli stiamo accanto non fa che incidere il cuore; ricordare la persona che era e vedere quello che è adesso è davvero . . . doloroso . . . è un marchio sanguinante che resterà impresso dentro la mia mente e nel mio cuore e che non andrà mai via. Avevo un po’ il magone davanti a certe scene, ma per un mio vissuto, non per altro. . .
Ho trovato molte scene di una crudeltà infinita, ma la cosa triste è che non è il film a dimostrare cattiveria, ma è la realtà, perché esistono davvero persone come il giovane guardiano che maltrattano gli animali per gusto, per gioco, per piacere personale . . . schifosi!!!
Oltre a queste scene crude, ho trovato anche gesti di una tenerezza infinita, vi metto solo l'immagine, capirete quando vedrete il film e mi darete ragione :P
All’interno del film ci sono anche citazioni colte che ho apprezzato assai:
- La scena in cui Cesare pronuncia la parola “NO!” è davvero emozionante! Mi ha ricordato molto Eric Fromm quando diceva “ Questo primo atto di disobbedienza è l’inizio della storia umana, perché è l’inizio della libertà umana” . Fantastico! Anche alla fine del film quando Cesare parla ancora, è un’emozione . . . si sospende il respiro per un attimo . . .
- Non so se sia stato un caso o se il richiamo sia voluto ma al momento della rivolta, Cesare prende in mano un bastone elettrico e lo alza al cielo proprio come avviene all’inizio di Odissea nello spazio 2001( http://it.wikipedia.org/wiki/2001:_Odissea_nello_spazio), quando le scimmie iniziano a usare un oggetto (in quel caso un osso) in modo inconsueto, dando cosi avvio all’evoluzione. Inoltre ho collegato questo gesto anche ad uno in voga nell’antica Grecia dove chi possedeva il bastone aveva diritto di parola nelle assemblee.
Complessivamente il film mi è piaciuto molto! Ci sarebbe da riprendere in mano il film del pianeta delle scimmie ora e rivederlo perché parlando con Stefano, sulla strada del ritorno verso casa, sono emerse forse delle incongruenze e delle discontinuità con il film che dovrebbe essere il seguito . . . ma prima di parlare di questo bisognerà accertarsi che le nostre memorie non facciano cilecca :P
Voi? Avete visto il film? Che cosa ne pensate?