La notizia è di quelle che sembrano troppo belle per essere vere: un'azienda americana, la Vadaxx, con sede in Ohio, sostiene di aver messo a punto un processo di riciclo della plastica grazie al quale sarebbe possibile ottenere la materia prima con la quale è stata realizzata, cioè il petrolio greggio. Incredibile? A prima vista sì, ma in realtà non si tratta di una tecnologia del tutto nuova.
Metti la plastica nel forno...
Già qualche anno fa un'altra azienda chimica americana, la Global Resource Corporation, aveva sviluppato un procedimento che permetteva di estrarre benzina, diesel e gas combustibile da plastiche di riciclo. Grazie a un grande impianto a microonde capace di erogare oltre 1200 frequenze diverse e all'aggiunta di specifici idrocarburi, i tecnici della Global Resource erano riusciti a realizzare il disassemblaggio della plastica e della gomma per ottenere le materie prima di partenza.
Unico neo il costo della tecnologia, che rendeva i carburanti di riciclo assolutamente antieconomici rispetto a quelli ottenuti dalla raffinazione del greggio.
Procedimenti top secret
La tecnologia della Vadaxx sembra invece aver risolto molti di questi problemi: il processo, coperto da decine di brevetti e dal più stretto riserbo, permette di riciclare contemporaneamente rifiuti plastici solidi ma anche derivati liquidi del petrolio, per esempio oli esausti, e consente di ottenere come prodotto finale una sostanza molto simile al greggio.
Tutto ciò che si sa è che il reattore vadaxx si avvale di un procedimento chimico-fisico noto come depolimerizzazione termica: si trattano cioè con il calore e in ambienti privi di ossigeno molecole molto lunghe e complesse, per scinderle in idrocarburi semplici e residui solidi.
A detta della Vadaxx, questo greggio di sintesi sarebbe di altissima qualità, con un contenuto di zolfo molto più basso di quello che si trova nel petrolio estratto dai giacimenti artici.
Ecoballa?
Sarà tutto vero? Difficile dirlo con certezza: per ora l'azienda, dalle pagine del suo sito, cerca investitori disposti a credere nel progetto e finanziare la costruzione del primo impianto.
Certo è che una tecnologia di questo tipo, pur non risolvendo il problema dell'inquinamento atmosferico, ridurebbe la dipendenza petrolifera dei paesi occidentali e la quantità di rifiuti che si accumulano nelle discariche.
Metti la plastica nel forno...
Già qualche anno fa un'altra azienda chimica americana, la Global Resource Corporation, aveva sviluppato un procedimento che permetteva di estrarre benzina, diesel e gas combustibile da plastiche di riciclo. Grazie a un grande impianto a microonde capace di erogare oltre 1200 frequenze diverse e all'aggiunta di specifici idrocarburi, i tecnici della Global Resource erano riusciti a realizzare il disassemblaggio della plastica e della gomma per ottenere le materie prima di partenza.
Unico neo il costo della tecnologia, che rendeva i carburanti di riciclo assolutamente antieconomici rispetto a quelli ottenuti dalla raffinazione del greggio.
Procedimenti top secret
La tecnologia della Vadaxx sembra invece aver risolto molti di questi problemi: il processo, coperto da decine di brevetti e dal più stretto riserbo, permette di riciclare contemporaneamente rifiuti plastici solidi ma anche derivati liquidi del petrolio, per esempio oli esausti, e consente di ottenere come prodotto finale una sostanza molto simile al greggio.
Tutto ciò che si sa è che il reattore vadaxx si avvale di un procedimento chimico-fisico noto come depolimerizzazione termica: si trattano cioè con il calore e in ambienti privi di ossigeno molecole molto lunghe e complesse, per scinderle in idrocarburi semplici e residui solidi.
A detta della Vadaxx, questo greggio di sintesi sarebbe di altissima qualità, con un contenuto di zolfo molto più basso di quello che si trova nel petrolio estratto dai giacimenti artici.
Ecoballa?
Sarà tutto vero? Difficile dirlo con certezza: per ora l'azienda, dalle pagine del suo sito, cerca investitori disposti a credere nel progetto e finanziare la costruzione del primo impianto.
Certo è che una tecnologia di questo tipo, pur non risolvendo il problema dell'inquinamento atmosferico, ridurebbe la dipendenza petrolifera dei paesi occidentali e la quantità di rifiuti che si accumulano nelle discariche.
focus.it
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